Storie d'amore

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Diabolik e Eva Kant, la coppia perfetta



Come le grandi coppie dello spettacolo come Sandra e Raimondo, anche nel mondo irreale ci sono delle grandi coppie, se poi andiamo a vedere i fumetti, esiste e resiste una coppia di ladri da quasi 50 anni. Parliamo di Diabolik ed Eva Kant.Nati dall’idea delle sorelle Giussani, che vollero creare un tascabile per i pendolari dei treni, nel lontano 1962, nel primo numero, Diabolik fu definito il re del terrore. Nei primi numeri si parla di una fidanzata di nome Elisabeth Gay che però non conosce la vera attività del nostro eroe e, dopo aver fatto incontrare durante un furto la bellissima e biondissima Eva Kant, sarà sostituita subito. E da lì i due non si lasceranno più diventando una coppia solida e invidiata da tanti, sia per la loro vita avventurosa sia per il loro rapporto che è quello di una coppia moderna, dove l’altra metà del cielo non è una figura remissiva e in secondo piano, ma è anch’essa una ladra infallibile e non ha nulla da invidiare al suo compagno. Arriverà a rubare da sola un quadro come regalo per il suo amato. 

Eva Kant è una donna bellissima, dai tratti nordici e un cognome di origine tedesca, è una Lady per un precedente matrimonio (è vedova!), le sorelle Giussani si ispirarono a una delle dive più amate degli anni ’60, altera e dalla bellezza un poco gelida, Grace Kelly, che divenne principessa; come lei ama guidare la Jaguar E-Type, i bei vestiti e i gioielli che Eva però spesso ruba, non solo li indossa. Sicuramente in fatto di bellezza e di prestanza fisica Diabolik (alias Walter Dorian) non ha nulla da invidiare alla sua compagna, la tuta nera che indossa (di cui Bisio, in un suo monologo, si è sempre chiesto dove è la cerniera) mette in evidenza i suoi muscoli e il suo fisico asciutto e scattante, occhi grigi e profondi evidenziati anche da sopracciglia folte e arcuate, tratti squadrati ma molto sensuali. E’ il re del terrore, chi lo minaccia è sicuramente destinato a soccombere, non è un gentiluomo con le sue vittime, anzi, anche se l’omicidio non è un suo punto fermo, negli anni cerca di usare metodi meno aggressivi ma non per questo meno efficaci (usa pochissimo le armi da fuoco), ma ricordiamoci che ruba a criminali e ricchi ‘poco puliti’. Rimane però un uomo con una morale per cui la parola data ha valore e che condanna chi usa e fa del male ai più deboli. 


Certo, Diabolik e Eva Kant sono perfetti e quindi quasi irreali, mai una crisi, mai una scenata, lui che esce con i suoi amici e lei a casa ad aspettarlo o mai una discussione dove la conclusione è ‘Ecco, tu non mi capisci!’. Non li vedremo mai impegnati con le faccende domestiche o con la coda dell’ora di punta, ma è la loro situazione irreale che ci fa sognare e nonostante il tempo passi, chi non vorrebbe una Eva Kant o un Diabolik al suo fianco? Bello, misterioso, ricco e che desidera solo te…






Amore e Psiche


Una delle più belle leggende d’amore che ci sono state tramandate dal passato è sicuramente quella di Amore e Psiche. Simboli per eccellenza dell’amore passionale e del piacere tanto che dalla loro unione nacque un figlio chiamato dai latini Voluptas ossia Piacere. La favola di Amore e Psiche affascina ancora migliaia d’innamorati, ma ripercorriamo insieme questa storia meravigliosa.



La storia di Amore e Psiche, una delle più belle storie d’amore che ci sono state mai raccontate è inserita in un lungo romanzo dal titoloMetamorfosi composto dallo scrittore latino Apuleio nel II secolo d.C . In seguito il romanzo fu intitolato “L’asino d’oro” da Sant’Agostino.

La storia inizia con un re e una regina che avevano tre belle figlie, le due maggiori erano andate in spose a due principi di altri regni mentre la più piccola di nome Psiche era bellissima, di una bellezza così rara e sorprendente che nessun uomo si sentiva all’altezza di corteggiarla. 
Psiche era aggraziata e brillava come una stella tanto era bella, molti pensavano fosse l’incarnazione di Venere, dea della bellezza, così tutti la adoravano come se fosse una dea e addirittura le rendevano omaggio trascurando gli altari della vera dea Venere.

Venere era gelosa e invidiosa della bellezza di questa semplice mortale e offesa decise di vendicarsi di Psiche, decise perciò di chiedere aiuto al suo figlio prediletto Amore, meglio conosciuto da tutti come Cupido.
La vendetta ordita da Venere consisteva nel far innamorare Psiche (tramite le infallibili frecce d’amore del figlio) dell’uomo più brutto e sfortunato della terra affinché vivessero insieme una vita povera e triste, e lei fosse così coperta di vergogna a causa di questa relazione.

Ma il piano di Venere perché suo figlio Amore appena vide Psiche rimase letteralmente incantato della sua bellezza e rapito da quella meravigliosa visione. Preso alla sprovvista da questa visione celestiale fece erroneamente cadere la freccia preparata per Psiche sul suo stesso piede, iniziando così ad amarla perdutamente.

Amore non poteva stare lontano dalla sua amata mortale e così con l’aiuto di Zefiro che la trasportò in volo su un letto di fiori profumati, la bella Psiche fu portata nel meraviglioso palazzo di Amore.
Ogni notte Amore andava dalla sua amata senza mai farsi vedere in volto, e i due vivevano momenti di travolgente passione che mai nessun mortale aveva conosciuto. 
I loro incontri avvenivano di notte perché Amore voleva nascondersi ed evitare le ire della madre Venere, così aveva detto alla sua amata che lui era il suo sposo ma che lei non doveva chiedere chi fosse e doveva accontentarsi solo del suo amore senza mai vederlo. Psiche aveva accettato il compromesso ammaliata dalle carezze e dalla passione di Amore e così, giorno per giorno aspettava con ansia che facesse sera per incontrare il suo amato.

Un giorno le sorelle di Psiche la istigarono a scoprire il volto del suo amante così Psiche la notte stessa decisa finalmente di vedere per la prima volta il viso dell’uomo che le travolgeva i sensi. Prese una lampada a olio e una spada, per paura che fosse un orribile mostro pronto a farle del male, era disposta a tutto pur di conoscere finalmente Amore. 
Quando Amore la raggiunse, Psiche avvicinò la lampada al suo viso e restò folgorata dalla bellezza eterea di quel bellissimo uomo dalle gote rosee e dai riccioli biondi che aveva un paio di meravigliose ali dolcemente ripiegate sulle sue spalle. Incantata e ancor più innamorata Psiche mentre stava per baciarlo fece accidentalmente cadere una goccia d’olio della lampada su Amore, costui dopo aver capito quello che era successo, si allontanò da lei e scomparve lasciando Psiche nello sconforto più totale.

Appena Venere seppe dell’accaduto s’infuriò e scatenò la sua ira sulla povera Psiche, per punirla la  sottopose a diverse e difficili prove che lei superò brillantemente. Sempre più infuriata Venere pose Psiche di fronte alla prova più difficile: la ragazza avrebbe dovuto discendere negli inferi e chiedere alla dea Proserpina un pò della sua bellezza. Psiche scese negli inferi come ordinato da Venere e ricevette un’ampolla dalla dea Proserpina. 
Durante la via del ritorno nel mondo reale, Pscihe fu incuriosita dal contenuto dell’ampolla donatale da Proserpina e con sua grande sorpresa scoprì che la bottiglietta non conteneva bellezza bensì il sonno più profondo. La nuvola che uscì dall’ampolla fece cadere addormentare profondamente Psiche che venne risvegliata dal suo adorato Amore .
Infine Giove, il padre degli dei, mosso da compassione per le vicissitudini della ragazza fece in modo che i due amanti potessero stare insieme.
Psiche ad Amore si sposarono e dalla loro unione nacque un figlio di nome Piacere.

La leggenda di Amore e Psiche ha un significato allegorico: Amore (che sarebbe Cupido, o secondo la mitologia greca Eros) è identificato come il signore dell’amore e del desiderio, e Psiche sarebbe raffigura l’anima: Amore unendosi misticamente a Psiche le dona l’immortalità. Dall’unione dell’anima e dell’amore nasce il piacere.




Maria Callas ed Onassis


Una storia d’amore passionale, intensa, travolgente ma dolorosa quella tra la grandissima Maria Callas e l’uomo più ricco del mondo Onassis. Questa travagliata storia d’amore portò Maria Callas, il soprano più bravo e famoso del mondo a un triste declino. Una storia triste fatta si di passione, ma anche di gelosia e litigi. Scopriamo insieme la storia di questo grande amore.



Maria Callas fu il soprano donna più famoso al mondo, con una voce meravigliosa capace di emozionare tutti. Bravissima anche nell’interpretazione sempre molto intensa, la sua voce arriva nel cuore di tutti, conquistando le platee di tutto il mondo. 
La sua non è stata una vita facile dal punto di vista personale, infatti, la separazione dei suoi genitori e il conseguente allontanamento dal padre a cui era legatissima, i conflitti con sua madre, il matrimonio con il suo pigmalione ma soprattutto l’unico e impossibile amore per Onassis hanno segnato profondamente la sua vita.

Aristotele Onassis anche lui greco come la Callas, era un armatore e finanziere, molto ricco, il più ricco del mondo. 
Amava le belle donne e nel 1945 sposò Athina Mary Livanos, figlia dell’armatore Stavros Livanos, ma nel 1957 dopo aver avuto due figli da lei Alexander e Christina, divorziò e continuò, però, a frequentare assiduamente gli ambienti mondani dell’epoca.

La prima volta che si videro Maria Callas e Onassis fu nel 1959, quando la Callas e suo marito Battista Meneghini, vennero invitati nel lussuoso panfilo dal nome “Christina”, che era ormeggiato a Venezia, dinanzi al Canal Grande. Insieme con loro altri grandi di quel periodo Churchill, i principi di Monaco, gli Agnelli. Proprio lì, in quello yacht è nato quell’amore che poi avrebbe fatto soffrire moltissimo Maria Callas.
Alla fine dello stesso anno, Maria Callas ormai rapita nel cuore dal suo conterraneo Onassis chiede la separazione dal marito e ottenutala vive il suo travagliato amore con Aristotele Onassis.
Sin da subito la storia ha suscitato polemiche, non solo perché erano spostati entrambi, ma anche per la loro evidente differenza d’età lei aveva 36 anni e lui 53.

La loro storia è durata all’incirca solo 10 anni, ma ha segnato definitivamente la vita della bravissima soprano. 
Lei stessa intervistata dai rotocalchi di quel periodo lo definì un amore “brutto e violento”; fu una storia intensa ma molto travagliata, piena di gelosie, litigi, tradimenti.
Il ricchissimo armatore greco la tenne lontano dalle scene, e cosa ancor più brutta le promise un matrimonio che poi non le concesse mai.
Dalla loro storia d’amore nacque un bambino, Omero, che sfortunatamente morì dopo poche ore dalla nascita, chissà magari questo bimbo avrebbe cambiato il corso della loro storia.

Il 17 ottobre del 1968 a Maria Callas viene letteralmente spezzato il cuore da Onassis, infatti lui l’abbandona per Jacqueline Kennedy, vedova di John Fitzgerald Kennedy, 35° presidente degli Stati Uniti. Così Onassis viene denominato “il collezionista di donne celebri”.
Quel giorno resterà tristemente impresso nel cuore della Callas, e immaginiamo il suo immenso dolore leggendo la notizia dai quotidiani che il suo amato Onassis e Jackie Kennedy si sarebbero sposati da lì a tre giorni a Skorpios, isola dell'amore. Non si trattava per lei di interpretare uno dei suoi personaggi dell’opera ma era la sua vita reale, il dolore che essa provava era purtroppo un dolore vero da distruggerle l’anima.

Dopo per Maria Callas iniziò il declino sia personale che artistico, infatti, decise di ritirarsi in un volontario esilio a Parigi nella sua casa di avenue Georges Mandel, lì morì a soli 53 anni con accanto il suo fedele maggiordomo e la sua fidata governante. Magari mentre era in esilio, aspettò sempre che il suo Aristotele la venisse a salvare dall’oblio ma purtroppo non fù così.

Il matrimonio tra Onassis e Jackie Kennedy non fu un matrimonio felice, al punto da far affermare all’armatore che “Dovevo sposare la Callas...Jackie è vuota, fredda, superficiale". 
Questa loro unione fu circondata da pettegolezzi, e a causa di questo matrimonio gli americani persero la stima che avevano di Jacqueline Kennedy, anche lei cambiò secondo quando affermano coloro che la conoscevano, divenendo capricciosa e avida.
Di questo grande amore tra la Callas e Onassis rimane l’amarezza e la delusione per non essere stato vissuto pienamente.





Tristano e Isotta


La leggenda di Tristano e Isotta narra di un amore passionale e travolgente, ma molto travagliato e drammatico. La storia d’amore di Tristano e Isotta, di origine celtica, rappresenta uno dei più bei romanzi della letteratura cortese.

La storia di Tristano e Isotta è una delle più famose e struggenti storie d’amore nate durante il Medioevo. La leggenda di questo amore travolgente è di origine celtica e rappresenta uno dei più bei romanzi della letteratura cortese. Durante gli anni è stata rielaborata più volte da un gran numero di autori, ma gli elementi fondamentali della storia non sono mai stati intaccati.

L’amore fra Tristano e Isotta è un amore intenso, pieno, completo che per motivi esterni non può essere vissuto e quindi diventa struggente e drammatico.


La storia comincia col racconto della triste nascita di Tristano: donandogli la vita la madre muore, a causa delle fatiche del parto e per il dolore per il marito appena deceduto durante un combattimento contro il duca Morgan.

Il bambino, dopo essere rimasto così orfano di entrambi i genitori, viene allevato da suo zio, il re Marco di Cornovaglia.

Tristano cresce bello e forte e diventa ben presto un giovane e aitante guerriero, si affeziona tanto allo zio Marco che per lui diventa come un padre, e a sua volta questi ricambia l’affetto.

Intanto la Cornovaglia è sottomessa all’Irlanda e Tristano decide di liberare la sua terra da questa sottomissione. Parte quindi per l'Irlanda, dove riesce a uccidere il gigante Moroldo, fratello del re d’Irlanda. Ma durante lo scontro Tristano viene ferito dal nemico, il quale aveva perfidamente avvelenato la sua spada. Questo causa un sortilegio: le ferite dopo qualche tempo invece di chiudersi si aprono sempre di più e cominciano a marcire, mentre Tristano assume sempre più un colore pallido. Sentendosi alla fine, esprime il desiderio di poter morire su di una barca nel mare con in mano la propria arpa. Il suo desiderio viene esaudito e per diversi giorni il moribondo naviga in balìa del vento e delle onde, finché la barca si arena su una spiaggia della costa irlandese.

Intanto suo zio, il re Marco, soffre per la perdita del nipote prediletto.

Un giorno Isotta, principessa d'Irlanda dai lunghi capelli biondi, trova sulla spiaggia il giovane Tristano, moribondo per una ferita. Ne ha pietà e decide di curare amorevolmente il nemico di nascosto, con la complicità della sua fedele serva, fino a guarirlo. I due s’innamorarono subito, la passione tra di loro nasce spontanea, sincera e immediata. Isotta però è una bellissima principessa, rimasta orfana di madre, e il padre, re d’Irlanda la vuole dare in sposa, per interesse, a un uomo bruto e spregevole.


La giovane non rivela a Tristano di essere la figlia del re, bensì gli dice di essere una semplice cortigiana. I due ragazzi trascorrono diverse ore piacevoli insieme, ma il giovane cavaliere, ormai rimessosi, ha il dovere di ripartire per tornare in Cornovaglia da suo zio, il re Marco. Quando il sovrano lo vede, vivo e salvo, non crede ai suoi occhi e lo accoglie a braccia aperte. Mentre tutta la corte gioisce per il suo ritorno, quattro baroni che lo hanno in odio pensano al modo di sbarazzarsi di lui e a come screditarlo. Uno dei quattro, sir Andret, temendo Tristano, propone che il re debba prendere moglie e avere un figlio da onorare come unico erede e re Marco acconsente a tale richiesta. Nel frattempo nel regno d’Irlanda viene indetta dal re una sfida tra giovani principi: colui il quale vincerà la competizione avrà in moglie la sua bellissima figlia, Isotta.

Tristano si reca in Irlanda per la sfida, per conto di suo zio, vincendo tutti. Il re d’Irlanda mantiene la sua parola consegnando la figlia; Isotta è felice, ma non sa che non sarà Tristano a sposarla, bensì suo zio Marco. Quando Tristano si accorge che la figlia del re d’Irlanda è la sua Isotta cade nella disperazione più totale, ma ormai non può tirarsi indietro e consegna Isotta a suo zio. Isotta, rassegnata e disperata, sposa Marco, che è un uomo buono e gentile con lei, ma il cuore della ragazza non smette di battere per Tristano. Più i due cercano di rinnegare il loro amore e più questo invade e brucia i loro cuori.

Così i due cominciano a vedersi in segreto, in un giardino abbandonato del regno, fino a quando un giorno purtroppo vengono scoperti, proprio da re Marco. Inizialmente il re viene preso dalla rabbia e vuole ucciderli entrambi, poi però rinuncia ad una vendetta così cruenta. Decide di esiliare Tristano, mandandolo lontano dal suo regno, in modo che i due innamorati siano per sempre divisi. Nel frattempo la Cornovaglia viene attaccata dagli Irlandesi e Tristano in lotta viene ferito, sta per morire quando Isotta si getta singhiozzando sul corpo del cavaliere. L'immenso dolore che prova non la risparmia e muore così di disperazione sul cadavere del suo amatissimo Tristano.

La leggenda narra che nel luogo dove s’incontravano in segreto dopo la loro morte siano cresciuti due alberi intrecciati.


E così finisce la storia di quest’amore sfortunato che però resiste oltre la morte, durando per sempre.




Paolo e Francesca


Paolo e Francesca, gli amanti raccontati da Dante nella Divina Commedia. Una storia d'amore e di inganno, finita in tragedia.


 

“Amor, ch’ al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e il modo ancor m’offende…

Amor, ch’al nullo amato amar perdona, mi prese costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona…

Noi leggevamo un giorno per diletto di Lancillotto come amor lo strinse; soli eravamo e sansa alcun sospetto. Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo del disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse; quel giorno più non vi leggemmo avante.”



 


 

Chi non ricorda questo bellissimo canto dell’inferno ne La Divina Commedia di Dante?

Nel canto numero V si narra la storia di Paolo e Francesca, due personaggi veramente esistiti attorno al 1255, ma non esistono prove concrete dell’adulterio né che Paolo e Francesca si frequentassero veramente. Dante fu il primo a presentare questa coppia, come l’immagine passionale di due giovani che si trovarono separati dall’inganno delle rispettive famiglie. Dopo esser stati uccisi dal marito di lei che scoprì il tradimento, finirono nell’Inferno, l’uno accanto all’altro, abbracciati per l’eternità e costretti a vivere spinti dal vento della Passione, per la legge del contrappasso.


Francesca nacque a Ravenna, ed era figlia di Guido da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna.

Paolo e Gianciotto erano i figli di Malatesta.

Le due famiglie avevano spesso forti contrasti e pensarono che unendo in matrimonio Francesca e Gianciotto, che era sì nato storpio, ma era un uomo d’armi e per di più uomo di governo, avrebbero risolto le loro liti.

Paolo invece era un bel ragazzo e la famiglia decise ben di celebrare il matrimonio tramite procura; quindi inviarono Paolo a chiedere la mano a Francesca. La poveretta credette che la richiesta di matrimonio provenisse da parte di Paolo e accettò, ma al termine si ritrovò al fianco di Gianciotto.


Dante, nel canto, ascolta le parole di Francesca che gli spiega di come fu ingannata, e di quanto fosse malvagio il marito, il quale aveva ordinato ad un suo servo di seguire i due giovani e di riferirgli cosa facessero.

Fu durante la lettura del libro, che raccontava l’amore tra Lancillotto e Ginevra, che i due giovani profondamente innamorati si scambiarono quel bacio.

Il servo corse ad avvisare Gianciotto che per rabbia uccise i due amanti.

Il matrimonio tra Francesca e Gianciotto Malatesta fu deciso dalle relative famiglie solo per arrivare ad una stabilità politica tra le due più potenti famiglie della Romagna. Tutt’ora non si sa se veramente sia accaduto tale delitto, ma rendiamo comunque grazie a Dante di averci donato un canto così splendido e pieno di amore e speranza…perché come dice Francesca: ”…mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”.

E quello fu l’ultimo bacio e l’ultima lettura.




Yoko Ono e John Lennon


A volte per comprendere le ragioni di un amore bisognerebbe esserne più informati. Molti hanno spesso giudicato male Yoko Ono, credendo che stesse accanto a John Lennon solo per fare strada.



 

John Lennon era il più fantasioso e trasgressivo del gruppo dei Beatles. La sua era una mente rivoluzionaria, che non accettava il sistema che l’America stava adoperando in quegli anni.

Proprio quando la sua carriera raggiunge il picco della popolarità, si trovò di fronte ad una ragazza minuta, strana secondo molti, ma piena di energia. Una ragazza d’acciaio.


John Lennon se ne innamorò subito; si innamorò della sua metà mancante.


L’immagine, o per essere più chiari l’attributo che John Lennon diede a questa piccola donna fu quasi quella di madre; sì, perché Lennon fu abbandonato da sua madre quando aveva solo tre anni. Yoko Ono aveva tutte le capacità di guidare quel ragazzo molto ribelle. Lei, con le sue attenzioni, con l’amore, nella sua enigmaticità del concetto sul vivere, lo stregò. Il loro forse poteva essere pure un patto, cioè quello in cui lei gli garantiva amore, protezione e lui in cambio le diede la popolarità che desiderava. In fondo era impossibile passare innosservati con John Lennon al proprio fianco, soprattutto quando faceva affermazioni del tipo: ”I Beatles sono più famosi di Gesù Cristo!”

 

 



Yoko Ono, dal canto suo, arrivava da una famiglia dell’alta borghesia di Tokio, la madre era ricca ed il padre un banchiere. Partì per gli Stati Uniti che era giovanissima e prima di conoscere John Lennon si sposò con un musicista, bravo, ma squattrinato, così la madre le tagliò i viveri. A questo punto la vita di Yoko Ono diventa una gimcana tra arte d’avanguardia , mostre e spettacoli assieme al secondo marito Toni Cox, dal quale ebbe una bambina che le fu tolta dopo il divorzio. E’ il pomeriggio del 7 novembre 1966 quando, durante l’inaugurazione di una sua mostra all’Indica Gallery, entra John Lennon.

Lei neppure conosceva i Beatles, perché ascoltava tutto un altro tipo di musica.

John Lennon in quella galleria fu colpito dalla creatività di lei. Pensò che valeva la pena tentare, ma l’amore non sbocciò immediatamente. Si dichiararono dopo un anno. Diventarono amanti, e durante questo periodo John Lennon attraversò una profonda crisi, probabilmente anche causata dalla droga.

Il 20 maggio del ’68, i due si incontreranno per trascorrere del tempo insieme ed è in questa cornice che incideranno il loro primo disco assieme. Il titolo sarà “Two Virgins”, perché è quello che si sentono e lo dimostreranno apparendo in copertina totalmente nudi. Finito il disco i due si scopriranno non solo come semplici amanti, ma l’uno il completamento dell’altro.

John Lennon riferendosi a Yoko Ono diceva : ”il nostro rapporto è davvero di professore e allievo. Sono io che ho la notorietà, ma è lei che mi ha insegnato tutto”. Basta questa frase per comprendere quanto ne fosse estremamente innamorato. La vedeva piccola, ma come una donna d’acciaio. Lei era quella che lo provocava, che lo istigava e lui l’adorava per questo.



 

Uno dei gesti più clamorosi di questa coppia fu quella di chiamare i giornalisti nella loro suite e dal letto matrimoniale, con tanto di fotografi e giornalisti davanti, diedero dimostrazione di cosa volesse dire “fate l’amore non la guerra”. Ma niente sesso in diretta.

 

Un’altra bella dichiarazione che John Lennon fece sulla moglie fu: ”mia moglie è anche il mio migliore amico”.

Si sposarono il 20 marzo 1969. Li unì un grande amore. Il 9 ottobre 1975 nasce il loro primo figlio, Sean, tanto atteso dopo i tre aborti spontanei di Yoko.

Quello che provavano l’uno per l’altra era profonda devozione e solo l’omicidio di John Lennon li potè separare. John Lennon morì l’ 8 dicembre per mano di Mark David Chapman, un pazzo.

 


In onore dell’amore tra John Lennon e Yoko Ono




Star Wars: Storia d'amore tra Padmé e Anakin Skywalker


Padme e Anakin Skywalker sono protagonisti di una storia d'amore clandestina che purtroppo finisce male. La loro unione dà vita ai due gemelli Luke e Leila Skywalker che saranno insieme i vincitori dei ribelli contro l'impero.


Un amore proibito, profondo, disperato e dannato quello tra Padmé e Anakin in Guerre Stellari. 
Nell'esalogia filmica di George Lucas si racconta dall'inizio alla fine questa meravigliosa storia d'amore.
Quando si conoscono lei è una giovane senatrice, lui un piccolo schiavo che viene strappato al suo triste destino per diventare un allievo padawan e vivere da Jedi; subito tra i due è evidente una grande affinità e affetto. 
Passano diversi anni e si ritrovano ragazzi cresciuti, imbarazzati ed evidentemente attratti l'uno dall'altro. Le vicende li portano a passare molto tempo insieme, così finisce che si innamorano perdutamente l'uno dell'altra. Nonostante lo status sociale in cui si trovano non lo permetta (i Jedi non possono dedicarsi ad un sentimento esclusivo, ma devono dedicare la loro vita alla lotta contro il Lato Oscuro), decidono di cedere all'amore travolgente che li lega e si sposano in segreto.
Il loro amore procede negli anni nascosto, Anakin dimostra che il suo valore di Jedi è di gran lunga superiore alla media, ma con esso cresce anche la sua irrequietezza. 
La bellissima notizia che Padmé sia incinta non contribuisce a tranquillizzarlo, anzi è spesso tormentato da incubi in cui vede Padmé morire di parto e vorrebbe avere il potere di fare qualcosa per proteggerla perché non sopporterebbe di perderla come ha in passato perso l'amatissima madre e Qui-Gon Jinn, maestro Jedi che l'ha salvato dalla schiavitù e per lui quasi un padre. Questo desiderio d'amore e protezione lo distrugge interiormente. Consapevole della sua forza vuole comunque di più e questo non può che allontanarlo dai Jedi per portarlo sempre più verso quello che dovrebbe combattere, ovvero il Lato Oscuro della Forza. 
Per amore, cede alla brama di potere, illudendosi così di poter salvare Padmé e diventa Lord Fener, braccio destro dell'Imperatore che capeggia le forze del male. Ama tremendamente Padmé, ma si sente profondamente tradito da lei che non comprende e non accetta il suo cambiamento, al punto da arrivare quasi a soffocarla. 
I due vengono divisi e Padmé partorisce non un figlio, ma ben due gemelli (Luke e Leila), poi muore, pensando all'amato e pronunciando le sue ultime parole "C'è ancora del buono in lui".
Anakin, venuto a conoscenza della morte dell'amata, si dispera amaramente per l'ulteriore perdita e la sconfitta e si abbandona totalmente al Lato Oscuro, diventando il crudele Signore del Male che terrorizzerà la Galassia per anni e anni. 
Dopo tante tristi vicissitudini e angherie, sarà proprio l'amore, il frutto dell'amore tra lui e Padmé, il figlio Luke a salvarlo e redimerlo nuovamente al bene. Tornerà in punto di morte ad essere Jedi e salverà l'intera Galassia dal Lato Oscuro, riportando Equilibrio nella Forza, così come la profezia vuole. Per amore.




Simpson: Storia d'amore tra Marge e Homer


Homer e Marge sono due personaggi del cartone animato "I Simpson". La loro è una storia d'amore che dura dai tempi del liceo: lui cinico ma innamorato e lei una grande sognatrice.



Divertimento e risate sono all'ordine del giorno, ma c'è anche tanto amore in casa Simpson! Homer e Marge si conoscono dai tempi del liceo e decidono di sposarsi verso i 20 anni. Matrimonio d'amore, pur essendo stato celebrato frettolosamente e in segreto, e pur avendo diviso una pizza congelata in due come banchetto nuziale... 
Hanno ben tre figli: Bart, Lisa e Maggie. Marge è la classica casalinga efficientissima e iperprotettiva verso i suoi cari. Ha sposato Homer innamoratissima di lui, sperando di migliorare comunque un po' quel suo essere chiassoso e rozzo...ed è convinta di esserci riuscita! Nonostante tutti i guai combinati dal marito, lei lo ama, è orgogliosa di essere sua moglie, tant'è che spesso si presenta con decisione come 'la signora Marge Simpson'. E' gelosa di lui e tira fuori artigli da vera leonessa quando qualcuna si avvicina al suo uomo e insidia il suo matrimonio. Affettuosamente chiama Homer papino! 
Homer, uomo semplice e estremamente mangione. Lavora alla centrale nucleare e sembra non occuparsi mai della sua famiglia, ma invece la adora e quando la sera si mette stanco a letto non può rinunciare ad accoccolarsi stretto stretto alla sua Marge. Ne fa veramente di tutti i colori, forse sicuro che tanto la moglie gli perdonerà tutto. Quando però capisce di averla combinata grossa cerca goffamente di nasconderglielo, o di rimediare con un gesto carino e galante verso di lei...pur non essendo propriamente un galantuomo! Lei ovviamente non può che sciogliersi in un brodo di giuggiole. Il loro matrimonio è andato in crisi diverse volte, ma l'amore e la dedizione di fondo ha sempre permesso loro di superare qualsiasi difficoltà . E' capitato addirittura che facessero i terapisti di coppia, portando come esempio il loro ménage familiare! Gialli e spassosi fino a che morte non li separi!




Giulietta e Romeo


Romeo e Giulietta è una tragedia scritta da William Shakespeare ma è anche una delle storie d'amore più conosciute ed apprezzate da tutti.


L'amore tra Romeo e Giulietta, narrato nell'omonimo libro da William Shakespeare, è probabilmente uno dei più famosi del mondo.
La storia è ambientata a Verona nel '500. Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti sono due giovani appartenenti a nobili famiglie rivali. Romeo partecipa travestito ad un ballo mascherato a casa Capuleti e qui si innamora perdutamente di Giulietta. Il suo amore è corrisposto e la sera stessa, alla fine del ballo, si nasconde sotto il balcone della giovane che confessa il suo amore nell'oscurità della notte. Forte di queste rivelazioni il ragazzo si fa avanti e i due amanti si scambiano parole d'amore e promesse, pur essendo consci della difficoltà che avranno nel vivere questa storia. Il giorno seguente si sposano di nascosto, con la complicità e l'aiuto di frate Lorenzo. Il loro legame però non riesce a trovare pace. Tebaldo, cugino di Giulietta, venuto a sapere della presenza di Romeo alla festa in maschera, lo sfida a duello. Romeo risponde aspramente e in sua difesa si schiera il fidato amico Mercuzio. Tebaldo uccide Mercuzio con un colpo di spada e Romeo, accecato dall'ira, vendica l'amico colpendo a morte il suo uccisore. Per questo viene messo al bando.
Romeo riesce a passare una sola notte con l'amata Giulietta, ma all'alba deve fuggire a Mantova.
Intanto i genitori di Giulietta decidono che lei andrà sposa al nobile conte Paride. La giovane disperata si rivolge a frate Lorenzo che, volendo render pubblico il matrimonio al momento più opportuno, studia uno stratagemma. Dà a Giulietta una pozione che le permetterà di simulare la morte, addormentandola per 40 ore. Nel frattempo manderà un messo a Mantova da Romeo per rivelargli il piano ed avvertirlo di tornare a Verona nella notte per prendere Giulietta dal suo sepolcro quando si sveglierà, in modo da scappare insieme a Mantova e stare nascosti fino a quando non verrà tutto sistemato.
La giovane acconsente, quindi finge di accettare le nozze con Paride, ma alla vigilia del matrimonio beve la pozione e si addormenta. I genitori, affranti dal dolore per la perdita della figlia, la depongono nel sarcofago di famiglia, dove la lasciano prima di separarsi definitivamente da lei. 
Per una serie di equivoci e problemi, a Romeo arriva la notizia della morte dell'amata, ma il messaggio di frate Lorenzo non lo raggiunge in tempo. Quindi il giovane torna a Verona, favorito dalle tenebre va alla tomba di Giulietta. Paride però lo sorprende lì e lo provoca. Romeo, ormai al colmo del dolore, uccide anche lui, ultimo ostacolo per vedere un'ultima volta il suo grande amore. Quindi, vedendo Giulietta giacere nel suo letto di morte, le dà un ultimo bacio e si toglie la vita, bevendo un potente veleno, procuratosi per la disperazione.
Poco dopo Giulietta si sveglia, vede Romeo riverso a terra con ancora il veleno in mano e comprende tutto. Affranta e senza più speranza cerca un'ultima goccia di veleno, ma non ce n'è nemmeno sulle labbra dell'amato. Allora prende il suo pugnale e si uccide.
La notizia arriva presto in città e accorrono tutti al sepolcro, frate Lorenzo, i Montecchi e i Capuleti. Le due famiglie, davanti a una tale scena, comprendono tutto il male che ha procurato e le morti che ha causato la loro rivalità; decidono quindi, finalmente, di riappacificarsi, uniti dal dolore per le perdite dei loro amati figli.
Il dramma dell'amore represso e ostacolato permea questa tragedia. 
Romeo e Giulietta si amano, oltre le divisioni familiari, oltre la politica, gli interessi e la loro giovane età. Ma l'unica soluzione che trovano a questo amore è soltanto la morte. Nessuno dei due potrebbe vivere senza l'altro.